La Signora Di Erith by Dart-Thornton Cecilia

La Signora Di Erith by Dart-Thornton Cecilia

autore:Dart-Thornton, Cecilia [Dart-Thornton, Cecilia]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Ro
ISBN: 9788842913955
Google: 5vDzAAAACAAJ
Amazon: 8842913952
editore: Nord
pubblicato: 2006-03-01T23:00:00+00:00


Il mondo girava. Chiuso intorno a esso come una cintura, il Cerchio delle Tempeste shang ribolliva: un muro che separava Erith dalla sconosciuta metà settentrionale di Aia. Al di sopra, lenti flussi di energia elettromagnetica scintillavano delicatamente. Gli occhi del cigno-umano potevano captare non solo i campi magnetici, ma anche ogni forma di energia visibile o invisibile agli occhi dei mortali.

Gli occhi del cigno, non allineati come quelli umani, guardavano lungo le ali e vedevano le forti penne lavorare come muscoli. Sotto le ali, visto dalla quota di duecento braccia, il Pianoro Alto dava l'impressione di essere molto più piatto di quanto non fosse in realtà. La fortezza sulla rupe aveva una curiosa prospettiva, perché le sue torri sembravano più larghe nel tratto superiore e più strette giù verso la base, tra l'intrico di tetti.

L'uccello cambiaforma vide che a nord della fortezza si stava radunando una grande orda, pronta a mettersi in marcia. Vi erano battaglioni di guerrieri umani, mortali, che lei percepiva come rettangoli di calore rosso. Il loro numero era scarso paragonato alle Legioni di Erith accampate sull'altro lato del Ponte di Terra, ma su entrambi i lati delle tende dei namarrani, fin tra le rocce e i cespugli, vi era una grande quantità di altre creature che risultavano visibili come larghe chiazze di colore grigiastro. Il loro non era un accampamento di tende e padiglioni; si trattava di wight di ogni specie, il cui unico tratto in comune era l'odio verso l'umanità.

Alcuni tipi di wight - soprattutto gli hobyah e gli spriggan -stavano uniti in gruppo. Gli altri non avevano, in apparenza, nessuna disciplina e nessun capo. Tuttavia quell'orda informe e disordinata era diretta, in effetti, da un Comandante.

Gli occhi acuti del cigno-umano percorsero quel vasto panorama. Vide un cavallo che galoppava veloce, verso la fortezza. Il cavaliere aveva lunghi capelli neri che svolazzavano al vento. Un altro individuo, appiedato, aveva afferrato la coda del cavallo e si faceva trascinare, correndo dietro di lui. A sud, bande di spriggan pattugliavano a passi rapidi il vertiginoso precipizio lungo il bordo dell'altopiano. In lontananza, i fumi vulcanici del Tapthartharath stagnavano nella parte bassa del cielo come una fascia di foschia sporca, a tratti illuminata da bagliori rossi. Ancora più lontano, a ovest, oltre le montagne, si scorgeva una linea di vaghi bagliori metallici che avrebbe potuto essere il mare, nella zona del Ponte di Terra di Nenian... ma non era il mare. Erano le armi e le armature di un altro esercito.

Il vento era leggero, una culla per gli uccelli. Il cielo, con le sue rotte energetiche da seguire, era il territorio ignoto della libertà senza confini.

Tuttavia le ali del cigno-umano, non abituate agli sforzi prolungati, cominciavano a stancarsi. Tahquil si voltò allora controvento, e si preparò a scendere. Il freddo impeto della corrente d'aria la sbilanciò, ma solo per un momento. Localizzò subito le zone d'aria dove un uccello poteva volare senza fatica, spiraleggiando giù tra le torri e i bastioni di Annath Gothallamor.

Gli occhi del cigno-umano videro,



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